martedì 28 aprile 2009

Milano, quarto giorno.

Che poi era ieri il quarto giorno. Adesso sono già a casa. Con lo stomaco in subbuglio per i problemi a lavoro. Quanta ansia, troppa. Non basta lavorare 12 ore al giorno come un mulo (e non certo con l'idea di un direttore coi tacchi a spillo che si occupa solo di relazioni sociali e di dare ordini e controllare il lavoro altrui), non avere week-end, non avere la certezza di rimanare a casa, eccetera eccetera. Devo pure stare con l'ansia del negozio che non va, che non è in assetto. Di me che non dovrei prendermi ferie o addirittura giorni di  riposo. Ma io a questo non ci sto. E non è che non ci sto con quella serenità di chi dice "macchissenneffrega". Non ci sto con le ansie e le paure perchè a me lavorare male e non essere nè rispettata nè stimata non mi piace. La stima non me la merito per come vanno le cose. Ma il rispetto si. E poi io per quanti esami di coscienza mi faccia, non riesco a spiegarmi com'è che solo qui non lavoro bene. Non sono quella che conosco. Non mi viene più. Non qui. E adesso perchè ho parlato di questo?
A saperlo. 
Eh si, starò esagerando co' 'sta storia dei designer... però passateli voi 4 giorni così a Milano. Tutto insieme, tutto in una botta. Non ho fatto nemmeno un secondo di shopping (ah si gli stivali ma.. aspettavamo Danilo alla fermata dell metro e mentre Cartonio legge un giornale io..)

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