lunedì 27 luglio 2009

Nucleare? No grazie

Il nucleare conviene: vero o falso?
Quando si parla di convenienza del nucleare, ci si riferisce al solo costo del combustibile impiegato, che è più basso rispetto alle altre fonti di energia. Il costo finale dell’elettricità
dipende, però, anche da altri fattori quali l’investimento iniziale per la realizzazione dell’impianto, la manutenzione, lo smaltimento dei materiali residui. Nel nucleare, il costo maggiore è rappresentato dalla realizzazione dell’impianto, un ingente investimento che può essere recuperato solo dopo 15-20 anni di attività. I costi di costruzione di una centrale nucleare oltre ad essere i più alti, rispetto a quelli di centrali di altro tipo, tendono a lievitare durante la costruzione, rendendo non più così conveniente la produzione di energia. Negli Stati Uniti, secondo le stime ufficiali, per la gran parte dei reattori costruiti, i costi effettivi hanno superato tre volte le stime iniziali. Lo stesso sta succedendo per l’EPR in costruzione in Finlandia. Il più grande gruppo energetico tedesco, E-On, afferma che un nuovo EPR può arrivare a costare “fino a 6 miliardi di euro”, esclusi i costi di smantellamento. Ancora maggiori sono le cifre di cui si parla negli USA, dove il Congresso ha introdotto, nel 2005, incentivi pubblici per oltre 18 miliardi di dollari per convincere gli investitori privati a tornare al nucleare ed evitare il crollo del settore. Tutto ciò accade mentre Enel dichiara alla stampa che l’Italia costruirà le sue nuove centrali con 3-3,5 miliardi di euro l’una, un’affermazione del tutto incoerente rispetto a quelle che circolano in altri paesi. Ma di queste informazioni, necessarie per un dibattito democratico, e una reale tutela del cittadino, non vi è traccia, così come nessuna voce alternativa trova spazio per esprimersi.
L’impossibile gestione di lungo termine delle scorie nucleari.
Ogni impianto nucleare produce un quantitativo di scorie e gran parte della centrale stessa, a fine vita, diventa una scoria da conservare per tempi lunghissimi. Nessun Paese, compresa l’Italia, dopo 60 anni di storia del nucleare, ha ancora trovato la soluzione per la gestione di lungo termine delle scorie. Si tratta di controllare per 2-3 secoli quelle a vita media e per decine di migliaia di anni quelle a vita più lunga. Chi potrà garantire questo processo nel tempo? Oltre a rappresentare un costo rilevante e poco calcolabile, la gestione di lungo termine delle scorie è un’eredità velenosa che lasciamo alle generazioni future.
La vera energia pulita.
Visto che il nucleare ha attualmente basse emissioni di gas a effetto serra, i suoi sostenitori lo presentano come l’unica alternativa credibile e realistica ai combustibili fossili. In realtà, il nucleare è una falsa soluzione al contenimento delle emissioni di CO2: i reattori presenti nel mondo forniscono solo una quota inferiore al 6,5 % dell’energia consumata dal pianeta, e due terzi di quest’energia è persa nell’ambiente come calore di scarto. Raddoppiare il numero degli impianti per diminuire le emissioni è impensabile perché vorrebbe dire inaugurare una centrale ogni due settimane, con costi di investimento inaffrontabili. A tutto ciò va aggiunto che le risorse di Uranio, “ragionevolmente sicure”, sono pari a circa 3,3 milioni di tonnellate. Agli attuali livelli di consumo, questo può garantire il funzionamento delle centrali nucleari 50 anni, comunque non oltre 70 anni, se si considerano anche le riserve “stimate”. Costruire nuovi impianti significherebbe dimezzare la disponibilità di Uranio da 70 a 35 anni. Basta pensare che gli impianti di terza generazione, gli EPR sono progettati per durarne 60 per comprendere che non è una soluzione definitiva.
Attraverso il Rapporto “Energy [R]evolution” presentato nel 2007, Greenpeace ha dimostrato come il crescente fabbisogno mondiale di energia può essere soddisfatto
da fonti rinnovabili e misure di efficienza energetica, facendo a meno del nucleare già nel 2030. Mentre il programma nucleare del Governo vale 50 miliardi di kilowattora all’anno, la combinazione di energie rinnovabili ed efficienza garantisce circa 150 miliardi di kilowattora all’anno, praticamente il triplo. Si tratta di una vera rivoluzione, ma alla portata di tutti, sostenibile ed economica. E, soprattutto, non compromette il futuro delle prossime generazioni a cui non saranno lasciate scorie in eredità.

Io ho firmato la petizione di Legambiente

1 commento:

  1. Io sono felice e fiera del mio pomodorino elettrico e silenzioso :-D

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